Giuro solennemente che tra Benvenuto Cellini e me non vi è altro che il cognome di una mia nonna e la mitomania di una sorella di mio padre. Costei, rilevando in famiglia un certo geniaccio creativo diffuso, una predisposizione alla manualità artistica condita con una punta di stravaganza e di follia, giurava esattamente il contrario di quello che sto giurando io. Naturalmente suffragava la sua convinzione mostrando false dicharazioni genealogiche (fu raggirata da un simpatico buontempone) ed un "naso" che a suo dire dimostrava ciò che è indimostrabile.
Devo riconoscere che la storia di mia zia mi fece sempre sorridere, ma per rispetto a quel "naso", di cui anche io tra gli altri nella mia famiglia sono portatore sano, finii col millantare pure io quel titolo del quale amava fregiarsi Benvenuto Cellini (anche lui abusivamente).
Ora sapete perchè, accanto a Mario Quaglia vedrete spesso lampeggiare, illuminato di modestia, il titolo di: "Mago, Genio, Inventore e Taumaturgo"
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