Fondamenti teorici
L'ipotesi di fondo è quella secondo cui
l'uomo rappresenta il luogo in cui l'Essere può disporre,
nel suo processo di strutturazione e di manifestazione lungo
le tappe evolutive della materia e della vita psico-animale,
della possibilità di compiere l'ulteriore salto evolutivo
avvalendosi per la prima volta della consapevolezza e della
libertà che proprio attraverso l'uomo gli viene restituita.
E ciò perchè nell'uomo l'Essere può
giungere a sapere di se stesso.
Si può anche dire che finalmente il
pensiero umano può consapevolizzarsi della propria sostanza
universale. Può essere superata la barriera tra finito e
infinito, tra soggetto riflessivo individuale e soggetto
riflessivo universale perchè nella nostra lettura evolutiva,
ogni soggetto umano rappresenta uno degli infiniti occhi
attraverso cui l'Essere guarda a se stesso. Con l'avvento
dell'"animale uomo" l'Essere può liberar se stesso
dall'inconscietà che la sua materializzazione frantumata
ancora comporta perchè nell'uomo la materia - quindi
l'Essere - riflette su se stesso trasformando il pensiero da
"cosa in sè" a "cosa in sè e per sè".
Ecco perchè introduciamo le parole consapevolezza
e libertà : l'evoluzione proseguirà con l'uomo e
attraverso di lui se l'uomo consapevolmente accoglierà il
suo posto nel mondo e liberamente, ovvero coscientemente,
lavorerà per l'evoluzione tutta. Potrebbero essere il pensiero
e il simbolo, più che l'arto o la morfologia fisica
a determinare le prossime mutazioni. L'uomo (e il
pensiero che sa di se stesso in lui) segna il rovesciamento
del processo evolutivo dalla espansione materiale alla
concentrazione spirituale.
La nostra ipotesi è che il pensiero possa
essere quel terzo occhio già esistente aprendo il
quale si dispiegherà ben altra visione, ben altra percezione
della realtà. In linguaggio psicoanalitico tale visione è
proprio quella universale che si raggiunge con
l'individuazione personale e di gruppo. In virtù di tali
premesse il lavoro psicoanalitico oggi è immediatamente
lavoro filosofico o spirituale che dir si voglia, in ogni
caso filosofia sperimentale, spirito vivo. Esso mira al
superamento della percezione particolaristica e al
consolidamento del terzo occhio quale nuovo "organo di
senso".
Fondamenti metodologici
Per quanto detto fin qui, concetto cardine
del nostro pensiero è quello secondo cui occorre trasformare
la percezione della propria identità da personalità fondata
sull'Io a personalità fondata sul Sè.
Questo presupposto è necessario ma non
sufficiente: occorre che il Sè di cui si parla, quale
universale nel sodalizio umano, sia concretamente e
consapevolmente sperimentato. Da ciò consegue la particolare
attenzione volta ai gruppi. Ciascuno di noi è una monade ma
ciascuno di noi partecipa a monadi superiori, i gruppi cui
apparteniamo.
Mentre ciascuno di noi, può - se ha la
facoltà riflessiva - analizzare la propria psiche, mai
accade che il gruppo, volontariamente, faccia altrettanto.
Mai prima dell'esperienza GEA che non a caso significa:
Gruppi Evolutivi Autocentrati. Essi rappresentano il momento
concreto in cui l'individuazione del singolo e la psiche del
gruppo si pongono a confronto entrambi dialogando con le
reciproche Soggettività.
Il nostro lavoro a GEA si identifica come
una sorta di "laboratorio evolutivo" in cui
sperimentare quotidianamente il tentativo di allargare la
coscienza individuale al gruppo, sotto osservazione e
attraverso i suoi membri costituenti, di modo che il gruppo
sappia-di-se-stesso attraverso i suoi partecipanti, sappia
delle sue dinamiche regressive ed evolutive, sappia delle sue
luci e delle sue ombre.
Raffinare lo spirito delle coscienze
individuali attraverso la paziente e alchemica ripetizione
dell'esperienza corale verso maggiore coscienza di gruppo,
dovrebbe permettere l'ampliamento delle coscienze individuali
stesse oltre il blocco a cui esse spesso si trovano oggi
costrette e trasformare davvero la coscienza e il pensiero
individuale in nuovo organo di senso per la percezione
dell'universalità umana concreta: il gruppo inteso come Sè
incarnato, come soggetto tendente, al pari di ogni psichismo,
alla propria individuazione, ossia a diventare ciò che in
potenza è: uno sguardo consapevole che l'Essere volge a se
stesso.
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