Home Anno 19° N° 64 Pag. 1° Novembre 2009 Ada Cortese


Ada Cortese
 CONFERENZE 

CARL GUSTAV JUNG: LA PERSONALITÀ, IL PENSIERO E L'OPERA

Conferenza tenuta presso il centro Cattolico di Cultura di Udine (*)

Riassumendo la vita di Carl Gustav Jung con le sue stesse parole essa "è la storia di un'autorealizzazione dell'inconscio". Non i dati esteriori e biografici costituiscono l'autentica vita umana, bensì un mito, ovvero il lato interiore, fatale e spirituale della vita. Questo non significa che Jung abbia trascurato il lato concreto della vita giacchè è in esso comunque che matura il processo di "individuazione", suo concetto cardine, sicchè neppure noi possiamo trascurare il contesto ambientale, storico e culturale in cui egli visse.

Jung nasce nel 1875 a Kesswil, piccola comunità rurale presso Romanshorn sul lago di Costanza. Secondo figlio (il primo morto) del pastore evangelico Dott. Paul Jung e di Emilie, nata Preiswerk. Dopo sei mesi si trasferiscono a Laufen sul Reno presso le cascate e quattro anni dopo a Klein - Huningen sulla riva destra del Reno e avanti a Basilea e di cui la cittadina faceva parte (del semicantone di Basilea). Qui Jung fa il primo grande sogno che porta in sé i segni del destino di Jung:

nel mezzo del prato retrostante la canonica che la famiglia abitava Jung vede una grande buca quadrata. Jung ne è spaventato e attratto ad un tempo e così scende la scala sottostante. Giunge avanti ad una volta con una cortina verde che egli supera. Si ritrova in una grande stanza con una grande pedana al centro ricoperta di un grande tappeto rosso su cui si erge un grande trono d'oro e su di esso il sognatore vede un grande tronco di albero ma senza rami di circa due o più metri fatto di carne e avvolto ancora da un manto di pelle che gli ricade attorno. Il tronco finisce in una rotondità con un grande occhio. Mentre Jung osserva affascinato e spaventato risuona nel buio la voce della madre: "osservalo, osservalo bene: egli è il divoratore di uomini!

E' evidente il simbolismo fallico e il grande richiamo alla conoscenza e alla ricerca che esso implica. Quanto sia stato prospettico il sogno infantile di Jung lo dirà tutta la sua vita continuamente incalzata da un inconscio che spesso è stato anche eccessivamente attivo e che solo la grande capacità espressiva del nostro autore ha saputo contenere nel suo versante costruttivo.

Torniamo alla biografia. A Klein-Huningen il padre esercita fino alla sua morte prematura (a 50 anni). Rimarchevole è il fatto che l'acqua accompagnerà sempre la vita sia concreta abitativa di Jung che quella simbolica riconoscendo in essa il simbolo elementare dell'inconscio e dell'elemento spirituale.

Quando Jung comincerà a frequentare il ginnasio di Basilea prenderà coscienza della sua inferiorità economica dai buchi alle scarpe ai pantaloni consunti ecc. inoltre egli si annoia, viene anche preso in giro dai colleghi cittadini e così è felice di svenire e stare male a scuola tanto che i genitori dovranno ritirarlo da scuola e lui potrà continuare nei suoi giochi preferiti solitari di fantasia e di sogni. Passa sei mesi a casa fino a che non sente il padre confidarsi a un amico sulle angustie economiche: prende coscienza e si mette a studiare seriamente e riesce anche a controllare le sue crisi (temevano epilessia) fino a che esse non spariscono del tutto. Anzi pare che nel giro di un solo pomeriggio egli sia stato soggetto a tre crisi e che egli sia stato in grado di farle regredire con le sue sole forze tanto che in seguito esse non si ripresentarono più.
Presto emergerà il diverso rapporto con Dio del dott. Jung e del figlio Carl Gustav. Il padre si sente in colpa per non avere più la fede confessionale. Il figlio si sente amato da dio proprio mentre fa il sogno:

Dio lascia andare sterco sulla cattedrale di Basilea.

E' evidente in questa immagine la libertà del rapporto di Jung con Dio inteso come spiritualità oltre ogni zavorramento temporale e istituzionale.

Tra grandi esperienze interiori, sogni, intuizioni e convivenza con quelle che egli stesso chiama personalità n.1 (la sua specificità storica) e personalità n.2 (di un illustre signore di secoli prima) egli arriva agli studi universitari di Basilea iscrivendosi a Medicina.
Ma il padre muore e la famiglia si trasferisce in una casa vecchissima al mulino di Bottminger presso dei parenti che lo aiutano a proseguire gli studi.
Ma non è certo periodo triste anzi è apertura alla goliardìa e alle amicizie giovanili colte e spensierate ad un tempo. Si iscrive alla antica istituzione associativa culturale universitaria della Zofingia (già frequentata a suo tempo dal padre Paul).

Visse consapevole sia delle profonde tensioni tra i genitori (entrambi figli di pastori protestanti) che della crisi sempre più intensa del padre verso la propria fede che gli dava sì da vivere modestamente ma che lo imprigionava in una solitudine senza risposte.

Ebbe un rapporto ambivalente con la madre che riconosceva più libera spiritualmente del padre, con doti medianiche che le provenivano dalla famiglia: già il nonno dottore in medicina fu un grande medium e non fu il solo. Famosa è l'esperienza di sedute spiritiche di Jung con la cugina Helen nata Preiswerk. Della madre Jung racconta come mostrasse due personalità: rassicurante e materna quella diurna, inquietante e oscura la notturna.

Intanto i suoi interessi spaziano dall'archeologia alle scienze naturali e ai sempre presenti fenomeni paranormali a cui dedicherà la sua tesi di laurea.
Quando gli capita tra le mani un manuale di psichiatria di Richard von Krafft-Ebing, che dovrà studiare per l'esame di stato dell' ottobre 1889, comprende che quella sarà la sua specializzazione e sa ora come si sarebbero riuniti spontaneamente i suoi interessi contrapposti tra scienza e occultismo o fenomeni di confine, dunque tra coscienza e inconscio!.

A proposito di occultismo ed eventi paranormali, va ricordato che al mulino di Bottminger, famoso per essere "infestato", successero cose strane: il piano del tavolo spaccato dall'orlo fino oltre il centro in presenza della madre la quale per niente spaventata afferma con tono ed espressione solenne: "sì tutto questo deve avere un significato" e già un'ora prima altro evento, altro scoppio assordante: il coltello del pane: la lama di acciaio in frantumi. E poi Helen Preiswerk la cugina, piuttosto scialba e mediocre, che in veste di medium parlava e diventava colta elargendo suggerimenti adeguati a Jung mostrando in ciò di conoscere le di lui letture in corso, per esempio quelle su Nietzsche e di cui egli parlerà in anonimato nella sua tesi.
Ebbe la fortuna di trovare comprensione per i suoi esperimenti di confine nel suo futuro maestro e direttore alla clinica Burgholzli Eugen Bleuler e grazie a lui potette utilizzare gli esperimenti con la cugina per la tesi. Jung sentiva che nell'ambito del paranormale il medico poteva imparare molto attorno alla psiche malata per aiutarla a guarire.

Nel 1900 approderà al Burgholzli, la clinica psichiatrica di Zurigo definito "convento secolare". Vi entra come assistente volontario (dopo breve servizio militare). Qui prosegue un rapporto fruttuoso seppure ambivalente con E. Bleuler, definito più volte il suo vero maestro, e qui fa carriera e avrà inizio quell'autonomo movimento psicoanalitico svizzero che a lui farà capo fin dal 1900. Jung andrà a Parigi per sei mesi due anni dopo e là conoscerà Pierre Janet, ideatore della "psichiatria dinamica" che insegna alla Salpetriere (presso cui era stato Sigmund Freud 15 anni prima) diretta da Jean Martin Charcot, "il maggiore neurologo del suo tempo".
Da Janet e da Alfred Binet Jung fu influenzato per la sua futura formulazione dei Tipi psicologici.
Torna al Burgholzli con un buon bottino: nel 1903 fondò all'interno dell'ospedale un laboratorio di psicopatologia sperimentale dove iniziò a compiere ricerche sulle reazioni psichiche per mezzo dei test di associazione (fila di determinate parole stimolo cui doveva rispondere immediatamente una risposta) per conoscere meglio la nevrosi e la psicosi. Il tempo di reazione viene valutato insieme alla risposta con un galvanometro che registra le variazioni della resistenza dermica. Il metodo, con le dovute varianti evolutive, è ancora oggi associato all'uso della cosiddetta macchina della verità. Ancora utilizzato dalla polizia ma abbandonato da Jung quando si accorse che il principio di veridicità era subordinato alla emotività del soggetto.
In tutto questo periodo ultimo avvengono due incontri estremamente importanti per Jung: l'incontro con la moglie e quello con S. Freud.

Jung incontra la futura moglie 6 anni prima di chiederla in matrimonio, è Emma Rauschenbach, di famiglia benestante e conosciuta dai genitori di Jung. La vide la prima volta quando ella aveva 14 anni e lui si trovò in visita di saluto presso la famiglia Rauschenbach proprio per conto della madre Emilie. La vide scendere dalle scale e seppe in cuor suo con la certezza che non ha origini razionali, che quella sarebbe stata sua moglie. Così fu. Quando Jung era a Parigi erano già fidanzati. Si sposarono nel febbraio del 1903. Stettero per breve tempo al Burgholzli come da regola ma poi, si trasferirono in una bella casa appositamente costruita in campagna a Kusnacht e sulla cui porta egli fece scrivere : "chiamato o non chiamato dio verrà". Fu dunque una religiosità naturale, originaria, sotto la cui protezione Jung pone se stesso e la sua famiglia. Avrà 4 figli.
Emma Jung ha una personalità forte e riservata. Affiancherà Jung ed ella stessa diventerà psicoanalista capace di leggere finemente nelle pieghe delle future dinamiche padre-figlio che avvolgeranno il rapporto tra Freud e suo marito.
Nel 1905 diventa primario dell'ospedale psichiatrico e consegue la docenza in Psichiatria all'Università di Zurigo dove si occupa di sonnambulismo, isteria, ipnosi.
In questo periodo avviene una sorta di miracolo ipnotico: una donna che soffriva da anni di paralisi alla gamba destra fu ipnotizzata in aula, davanti agli studenti: alla fine della trance ella si proclamò guarita, gettando via le stampelle.
Questo evento contribuì a consolidare ed espandere velocemente la fama del Dott. Jung ed a favorirne l'attività privata.

Intanto cresce l' attività di Jung in clinica e con i pazienti. E tra questi tante donne allieve e amanti le più importanti delle quali sono Sabina Spielrein e Toni Wolff. Se della Spielrein scrive a Freud forse non sempre in termini veritieri, su Toni Wolff , che sarà sua musa e amante per 40 anni, Jung non farà mai menzione con nessuno.

Dopo la lettura de "L'interpretazione dei sogni" di Freud, Jung si accorse di essere avanti alla statura di un uomo eccezionale, anzi "il primo uomo veramente notevole" che Jung avesse conosciuto". Nasce un epistolario e diverse visite contraccambiate tra Vienna e Zurigo.

La prima volta che si incontrarono nel 1907 parlarono ininterrottamente per ben 13 ore. Di pazienti, di teorie, di metodi per curare le nevrosi e le psicosi.
Jung divenne immediatamente il prediletto di Freud, sia per la portata intellettuale che per l'affermata posizione del suo collega di Zurigo.
E fu Jung a preparare il primo Congresso Internazionale di Psicoanalisi o meglio di Psicologia Freudiana come la definisce Jung stesso nel 1908 a Salisburgo.
I rapporti tra i due sono improntati a grande affetto e stima reciproca per i primi anni anche se da subito la diversa impostazione si fa sentire: Freud fonda tutta la sua teoria sulla sessualità e sull'inconscio personale. Jung, pur riconoscendo l'indubbio lavoro pionieristico di Freud nel rilevare l'esistenza dell'inconscio, il valore dei sogni, ecc. certo si sente atterrito dall'idea che la cultura appaia come mera conseguenza della sessualità rimossa e con i suoi studi sui simboli universali rilevati anche nei sintomi di alcuni pazienti psicotici va verso la teoria dell'inconscio collettivo e di una soggettualità sovrapersonale.
Se Freud, dunque, riconosce una libido sessuale dalla cui sublimazione nascerebbe l'arte e la spiritualità ecc, Jung riconosce una libido sessuo-spirituale unica.
Se Freud fonda la sua teoria dei fattori psichici su base causale - analitica, Jung vi contrappone una visione finalistico - prospettica.
Freud coltiva per così dire il suo delfino speranzoso che quanto prima si converta all'ortodossia ma Jung ha il suo compito esistenziale da seguire e le cose tra loro cominciano ad andare meno bene quanto più Freud manifesta sufficienza e disprezzo verso l'area del paranormale a cui tanto Jung tiene. Cosa che passa, tra l'altro attraverso due eventi che spaventano e colpiscono lo stesso Freud: nel 1909 a casa sua con Jung proprio mentre manifesta l'ennesimo dissenso verso il paranormale si sente uno scoppio che fa cadere la libreria. Jung gli dice che ne sarebbe arrivato un altro con estrema certezza di cui egli stesso non sa dire la natura. Freud ne fu assai colpito anche se in seguito razionalizzerà i due eventi.

Freud perde però la sua autorità su Jung nel 1909 quando, in viaggio da Brema per l' America, raccontandosi reciprocamente i sogni, egli si trattiene dal dare i dettagli richiesti dal collega zurighese con questa motivazione: "rischierei di perdere la mia autorità!". In quel momento egli la perse inesorabilmente. Tornati dall'America, i due gruppi, quello di Vienna e quello di Zurigo cominciano ad allontanarsi reciprocamente e ci sono note che segnalano l'insofferenza crescente di Freud e dei suoi fedelissimi verso Jung, l'eretico.
Il 1910 fu per Jung l'anno di rottura col padre della psicoanalisi che lo aveva invitato "a non abbandonare mai la teoria della sessualità!".
In realtà i due studiosi cercarono di lavorare insieme ancora fino al 1917, fino al congresso di Monaco, ma lo scritto di Jung Trasformazioni e simboli della libido (1912) aveva ormai segnato un vero e proprio spartiacque.
Sia Emma Jung che Carl Gustav Jung seppero sempre rispondere nel nome della fedeltà a se stessi contro ogni schiavismo spirituale e scientifico.
Il dopo Freud non fu facile. Jung rimase senza interlocutori alla sua altezza spirituale e si trovò ad affrontare quella che definì con il linguaggio dei miti la traversata notturna nel ventre del mostro. Ma dal confronto con se stesso, con i suoi pazienti (ormai aveva lasciato il Burgholzli da parecchi anni) matura il suo pensiero e nascono le sue opere .
Jung lavorò intensamente, immergendosi in letture di mitologia, vangeli gnostici, nonchè nelle fantasie di Miss Frank Miller, una giovane americana prossima ad un episodio psicotico che egli non conobbe mai se non attraverso la lettura di un suo articolo in cui la signora Miller racconta la sua visione di un eroe azteco di nome Chiwantopel. Dall'analisi delle fantasie egli riscontrò il tema mitologico del percorso dell'eroe e predisse correttamente l'esplosione dell'evento psicotico. Sbagliò rispetto alla prognosi perché, diversamente dalle sue previsioni, la signora, sì, fu ricoverata in clinica ma dimessa dopo una settimana.
In ogni caso questo fu una delle circostanze che diedero inizio allo studio dei contenuti dell'inconscio, compresi quelli arcaici, da cui emerse una concezione totalmente nuova dell'inconscio stesso, nonchè del concetto di libido, che portarono alla formulazione dei capisaldi teorici della psicologia analitica: l'inconscio collettivo, gli archetipi, il processo di individuazione con le varie fasi e figurazioni simboliche.
Isolato ed allontanato dai colleghi, Jung restò immerso nel lavoro su innumerevoli sogni, suoi e dei suoi pazienti.

"Allo scopo di capire le fantasie, spesso le raffiguravo. Così fu per l'immagine che emerse dall'inconscio chiamata poi Filemone. Non riuscendo a capire l'immagine onirica la dipinsi. Filemone e le altre immagini della mia fantasia mi diedero la decisiva convinzione che vi sono delle cose nella psiche che non sono prodotte dall'io, ma che si producono da sé, e vivono di vita propria.".
Dal punto di vista psicologico Filemone rappresentava un'intelligenza superiore, una figura misteriosa, un guru spirituale.
Dal confronto diretto con la propria malattia creativa, Jung trasse quel particolare rispetto che caratterizza la sua concezione della malattia mentale, che pose le basi per una nuova relazionalità tra analista e analizzando.
Si potette davvero scoprire guaritore ferito, rivoluzionando il concetto stesso di psicoterapia:
E' certo un'ironia che io, psichiatra, nei miei esperimenti, mi dovessi imbattere in quel materiale psichico caratteristico delle psicosi, e che perciò si trova anche nel manicomio.
Sempre più si affermò nel suo pensiero il mondo dell'anima, rispetto alla derivazione medico-scientifica allora imperante:
Quelle immagini non concernevano solo me, ma anche molti altri. Quello fu il principio, e da allora cessai di appartenere solo a me stesso. Da quel momento la mia vita appartenne a tutti. Le conoscenze di cui mi interessavo, non potevano fare parte della scienza del tempo. Dovetti farne io stesso l'esperienza iniziale.
Negli anni venti Jung visitò Algeri, Taos Pueblo nel nuovo Messico, il monte Elgon alle fonti del Nilo. Restò folgorato dagli indigeni, dal loro capo con cui strinse sincera amicizia e dalla loro venerazione per il dio Sole che egli comprese oltre ogni razionalismo. Comprese le comuni origini del profondo sentire umano:
In quegli anni cominciai a capire che lo scopo dello sviluppo psichico è il Sé. Non vi è una evoluzione lineare, vi è solo un andare intorno al Sé. Questa comprensione fu sostenuta da un sogno, e dal disegno che lo rappresentava, un mandala chiamato Finestra sull'eternità.

In perfetta sincronicità di lì a poco Richard Wilhelm gli inviò il manoscritto di un trattato di alchimia taoista cinese intitolato Il segreto del fiore d'oro, e fu questo testo che parlava della possibilità di trovare la via che conduce agli opposti, che fece nascere in Jung l'interesse per l'alchimia in Europa e in Occidente e gli fece approfondire le ricerche sul simbolismo del Sé.
Nel 1922 Jung acquistò un terreno a Böllingen, vicino al lago di Zurigo, dove costruì la sua "Torre" in pietra, un semplice edificio circolare che ingrandì nel corso di dodici anni completandola a forma di due edifici circolari e un corpo centrale e dove si ritirò dopo il 1946, per dedicarsi totalmente ai suoi studi. A Böllingen Jung ritrovava l'uomo semplice e profondo oltre ogni dimensione mondana, ritrovava la sua identità vera e si definiva "l'antichissimo figlio della madre".
Disegni, scritti, viaggi, orto, manualità, sculture, furono tutti modi, oltre lo studio diretto dei suoi pazienti e di se stesso, per Jung di incanalare la forza dirompente dell'inconscio che, quando non trova espressione creativa e significativa, inonda e sommerge il soggetto di caos e di follia.

Negli ultimi anni della sua vita divenne egli stesso quel vecchio saggio che gli permise di realizzare la polarità senex-puer, portando il suo pensiero a compimento.
Morì a Zurigo, nella sua casa di Kusnacht, il 6 giugno 1961 dopo una vita spesa tra incontri, interviste, viaggi, annuali convegni a Eranos con tanti altri studiosi in una interdisciplinarietà d'avanguardia, dopo aver lasciato tanti discepoli famosi, dopo aver accettato di aderire alla Fondazione Istituto Jung nel 1948 ecc. per un lato e dall'altro procedendo nelle sue solitarie riflessioni che lo portarono in tarda vita ad una religiosità sempre più libera e intensa quale è quella che zampilla da quel libro stupefacente che è "Risposta a Giobbe" e che gli valse dialogo e malintesi soprattutto con i teologi. In tale circostanza Jung restò orfano di un grande amico teologo, padre White, che lo abbandonò per non dispiacere al potere confessionale.

Potremmo ulteriormente apportare notizie e aneddoti attorno alla biografia di Jung, le accuse mossegli al tempo della seconda guerra mondiale, di simpatie per il nazionalsocialismo. Possiamo solo rimandare ad approfondimenti da cui emerge l'umana intenzione di salvare tanti colleghi e infine il riconoscimento della buona fede con "mi sono sbagliato" (a lasciare a Goring cugino del futuro ufficiale nazista una succursale della sua scuola di Psicologia Analitica).

Quando egli morì un tuono illuminò l'aria e un fulmine ferì verticalmente un albero secolare vicino alla casa di Böllingen.

La sua Psicologia Analitica (così chiama la sua "scienza") nasce già più libera ed autonoma rispetto alla scienza positivista a cui troppo invece la Psicoanalisi freudiana ancora doveva rendere conto per potere essere legittimata socialmente e scientificamente.
Per Freud è insuperabile la contrapposizione nell'uomo tra istinto e società sicchè ne derivano due sole possibilità:
o istinto e barbarie; o civiltà e repressione.
E' un pensiero di puro dualismo in cui l'uomo emerge nel suo monolitismo e si abbandona il conflitto allo stato delle cose.
Per Jung, viceversa, l'Io è il Terzo che media e che riconosce nella conflittualità la dimensione umana.
Se la contrapposizione freudiana consegna il pensiero al segno univoco (ovvero tutto è segno sempre sessuale!) la triade junghiana permette il passaggio al simbolo che, quale unione di opposti tra istinto e creatività, concede un'ampia ricerca di significati e nuovi piani di conoscenza.
Jung imposta tutta la sua teoria sui simboli dell'inconscio collettivo (Trasformazioni e simboli della libido), gli archetipi, di cui tratterà avanti negli anni (Gli archetipi dell'inconscio collettivo)ma che ricercherà da subito, sulla struttura psichica intesa come generatrice autonoma di energia essendo essa considerata un sistema aperto, quindi nella sua dinamica relazionale interiore, sul principio di individuazione, sul concetto di Soggetto inteso come funzione alternativamente agita dall'inconscio e dal conscio.
L'individuazione "sfonda" per cosi dire il guscio individuale e restituisce il soggetto all'universale sicchè si può ben concludere con Jung che essa non è mai un fatto privato!
Essa rimanda al processo di integrazione crescente (idealmente all'infinito) tra coscienza ed inconscio nel terreno del Sé (personale ed universale) e si palesa sufficientemente "realizzata" quando i principali passaggi del percorso siano stati attraversati. Jung nomina i tre momenti qualificanti i tre archetipi che rispettivamente avanzano nell'analisi: l'archetipo dell'Ombra, dell'Anima e del Vecchio Saggio. Con il ciclo dell'eroe (e dello sciamano): fase della chiamata, fase delle prove "inaccettabili" (caduta agli inferi, viaggio notturno nel ventre del mostro ecc.) ritrovamento del tesoro e ritorno al mondo dell'umanità. Con il linguaggio dell'alchimia: fase della Nigredo, fase dell'Albedo, fase della Rubedo (o doratura).
Con la sua opera "Psicologia e Alchimia" Jung esplorò la compensazione psichica che si celava dietro l'opera del filosofo alchimista: la pietra, il lapis, la vile materia da trasformare in lapis filosofale rimanda inconsciamente al Femminile da redimere e da recuperare alla coscienza di contro e a fronte dell'unilateralità maschile della Chiesa Cristiana che sapeva solo considerare la trinità patriarcale negando appunto completamente il femminile di dio e del mondo.
Jung, proprio perché andava tastando il terreno dei residui arcaici dell'inconscio aveva bisogno di ricercare con rigore e scienza, forse anche proprio per compensare la caoticità dell'inconscio sicchè non c'è da stupirsi che proprio con Wolfang Pauli , Premio Nobel per la fisica 1945, scrisse "Sincronicità come principio di nessi acausali" (1952).

Egli dunque ridimensiona la portata dell'Ego e nel contempo propone la presenza di forze soccorritrici interiori e trascendenti la nostra pura identità storica che aprono il dialogo con l'infinito e sostanziano di immortalità la psiche e lo spirito.
Ci piace chiudere con le parole di Jung che oggi ancora e più che mai mostrano la loro attualità: "Non si tratta di guarire la nevrosi. E' la nevrosi che ci guarisce".

(*) dall'incontro presso la Scuola Cattolica di Cultura di Udine -Centro Paolino di Aquileia, Giovedì 12 Novembre 2009 all'interno del programma "Persone e Tempi".

P.S.: Esce dopo quasi un secolo "The Red Book", l'opera inedita di cui si conosceva l'esistenza ma non il contenuto, di Carl Gustav Jung (1875-1961), padre della psicologia analitica.
Il volume, al quale l'autore lavorò per sedici anni, è una riproduzione facsimilare dell'originale e raccoglie appunti e disegni di Jung.
Il Libro Rosso pubblicato dell'editore W.W. Norton negli Usa in Italia sarà pubblicato da Bollati Boringhieri.
Fonte: Il Sole 24 Ore - Domenica (Domenica 18 Ottobre 2009)


Ada Cortese


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