Home Anno 16° N° 59 Pag. 9° Agosto 2007 Cristina Allegretti


Cristina Allegretti
 FONDO 

ORFANI DI GRANDI UOMINI

"Non basta sollevarsi contro un ordine fondato sull'oppressione, bisogna cambiarlo, e non si può cambiarlo senza conoscerlo".
S. Weil

Esistono nel corso della storia dell'umanità figure di grandi uomini che riassumono in sè stessi, concretizzandoli, i valori dell'essere umano.
La storia ha partorito uomni grandi, grandi quanto i sogni di cui solo gli dei parlano, e le religioni decantano.
I sogni di un' umanità non più animale, non più creatura, non più conflittuata, non più incosciente.
La storia umana ha partorito uomini liberi ne ritroviamo le tracce fino allo scorso secolo, poi di essi ne perdiamo le tracce, i segni, i simboli.
Di che ci nutriamo noi oggi?

Siamo digiuni di positività.

Oggi tutto tace, non ci sono più grandi uomini che sappiano soprattutto attrarre e coinvolgere la coraggiosa visionarità di ciascun uomo, questi grandi uomini permettevano a tutti noi di sentirci più buoni, di sentirci capaci di lottare per grandi ideali, di sfidare il mondo in nome di valori.
L'amore è positivo quando ci restituisce a noi, ci rende liberi di essere noi stessi nelle nostre risorse, e questi uomini grandi ci permettevano di sentire l'amore.
Oggi siamo orfani di questi grandi uomini.
Al loro posto compaiono caricature dell'umanità, caricature del positivo, caricature dei grandi sogni e dei valori umani.
Siamo orfani dei grandi sogni, dei grandi uomini, l'umanità è orfana di buoni padri.
Come tutti gli orfani piangiamo la mancanza del passato, il lutto infatti trascina infatti solo chi nel passato resta; ma come ogni orfano dobbiamo andare avanti e proseguire il cammino verso la vita da soli, nalla nostra solitudine in un mondo che propina solo ombre, solo incubi di ciò che non si manifesta più.
Più presto affronteremo la nostra solitudine spirituale, e più presto avremo in noi recuperato la fame di spirito e di intelligenza, avremo fame di incontrare teste pensanti, cuori palpitanti, etiche dettate dal coraggio di voler bene a se stessi.
La sfida oggi è di restare in vita senza perdere l'amore per la conoscenza, l'amore per gli altri uomini, il bisogno di cambiare e di vivere in un mondo diverso.
I grandi uomini hanno conosciuto a fondo vivendolo sulla propria pelle il mondo che volevano cambiare e lo hanno cambiato.
Questa coscienza, questa consapevolezza profonda di ciò che va cambiato è la nostra eredità, il nostro peso, la nostra sostanza attiva.
La sfida oggi riguarda come sempre tutti gli esseri umani, e riguarda la sfera più intima di ciascuno, personale, la sfera più preziosa di ciascuno di noi.
Farla vivere o lasciarla morire soffocata dall'impotenza, dalla nostalgia, dalla perdita di senso, dallo sgomento rispetto ad un mondo sempre più povero, questo è a mio avviso la posta in gioco che oggi turba i nostri animi.
Turbamento che affiora ogni qual volta accendiamo la TV e la spegniamo o giriamo canale dopo pochi minuti, ogni qual volta apriamo un quotidiano e lo richiudiamo dopo pochi articoli letti.
Movimenti, associazioni, uomini anonimi che portano avanti e manifestano la propria positività ne esistono, queste forze circolari e a volte ermetiche rispetto all'apparenza mondana, hanno già compiuto quel salto che l'orfano uomo deve affrontare per superare la mancanza, l'assenza totale di figure carismatiche, e per evitare la dissipazione della propria energia verso plurime direzioni.
Dobbiamo affrontare lo "smarrimento dei contrari", che l'assenza dei grandi uomini ci induce, per ricercare e ritrovare un giusto senso e chiarezza nella nostra anima.
S. Weil indica che "Il fine della vita umana è quello di costruire un'architettura dell'anima"; la perdita dei grandi uomini ci deve portare fuori dalla falsa coscienza, fuori dalla coscienza infelice.
In tale coscienza i grandi uomini rappresentano oasi di salvezza, manifestano il superamento degli opposti, l' integrità.
"Le popolazioni infelici del continente europeo hanno bisogno di grandezza più che di pane. Vi sono solo due forme di grandezza: la vecchia menzogna della grandezza del mondo e la grandezza che è di ordine spirituale". (G. Fiori).
Oggi l'infelicità assume proporzioni planetarie, anche il pianeta Terra mostra la sua infelicità, auspicabile è un rinnovamento totale delle coscienze uno sposamento di attenzione e di investimento che coinvolgano le risorse umane spirituali dell'uomo per una capitalismo della mente.
W. Sheakspeare diceva che l'uomo è fatto della stessa sostanza dei sogni, vediamo di fare dei buoni sogni allora!


Cristina Allegretti


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