Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione G.E.A.
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Dicembre 2001 Pag. 7° Simonetta Figuccia


Simonetta Figuccia

 ATTIVITA' 

IL DUBBIO FECONDO

Vogliamo sostenere
sia il diritto di essere confusi, talvolta impreparati ad affrontare i problemi, disorientati,
che il dovere di autoeducarsi per educare

In questi giorni si festeggia la "Convenzione dei Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza", manifesto che stabilisce i diritti minimi per l'infanzia e l'adolescenza che devono essere uguali per tutti. Ne cito alcuni; - essere coinvolti e ascoltati; - essere protetti da abusi e sfruttamento; - poter giocare, riposare e stare con amici; - favorire lo sviluppo della personalità nonché lo sviluppo di facoltà e attitudini mentali e fisiche.
E' cosa ottima che si attivino risorse ed energie per tutelare proteggere e riconoscere i diritti di soggetti più fragili.
La nostra decennale esperienza ci ha fatto rilevare diversi livelli in cui il bambino o l'adolescente può non essere visto, in cui continua a essere negato come soggetto là dove gli adulti faticano a mettersi in discussione . L'inconscio continua a provocarci con sogni di scuotimento delle coscienze:
- I genitori sono bambini e loro vanno educati!
A cosa sprona l'inconscio?
Che da un lato l'adulto ha bisogno di riconoscere e prendersi cura del bambino interiore, accoglierlo, guardare a come la parte piccola in lui è stata aiutata a crescere e quali aspetti di sé sono rimasti immaturi. Che è possibile mollare il perfezionismo, il ruolo, la facciata e la pretesa di avere una risposta definitiva a tutti i costi, recuperando il valore della testimonianza e della continua crescita...
giocando insieme.Noi grandi, cosiddetti adulti, che grazie a dio oggi potremmo riconoscerci disorientati, in un momento storico in cui è morto e sepolto il vecchio padre e ancora non è nato un nuovo logos, possiamo essere pedine estremamente evolutive ma anche violentatori di soggettività.Non sto parlando di abusi sessuali o maltrattamenti evidenti, né di situazioni di disagio economico sociale, ma di normali situazioni di inconscietà quotidiana.
I grandi spesso considerano i figli come parte di sé, e non come individui da loro distinti e separati. Il non considerare il bambino un soggetto, al di là di quanto se ne può parlare, considerandolo un'appendice gratificante e un fiore all'occhiello, sta davvero compromettendo il diritto del bambino di essere tale, con esiti dolorosi sul piano dello sviluppo umano. Il prezzo di questa negazione diventa causa di disagio, inquietudine e sofferenza.Oggi questa negazione passa spesso attraverso due polarità diffuse: un'affrettata richiesta di adultizzazione, che non tiene conto del tempo necessario alla fisiologica crescita del bambino, quindi incapacità di vedere l'altro, assenza di figure di riferimento che sviluppano un falso sé, o, al contrario, un attaccamento protettivo, quasi fusionale, che nega un naturale distacco e il processo di individuazione che ne consegue.
Calano sui figli modelli precostituiti, bisogni personali, aspettative esterne pericolose e preoccupanti per il loro futuro e per il divenire dell'umanità stessa.
Vogliamo allora sostenere il diritto di essere confusi, talvolta impreparati ad affrontare i problemi, disorientati, ed insieme, vogliamo sostenere il dovere di autoeducarsi per educare e continuiamo a sentire l'urgenza di questo lato, troppo trascurato.
In questo spirito, dopo dieci anni di lavoro e ricerca sul campo, con più eros e forza di allora, proponiamo una serie di attività che aiutino gli adulti, in varie forme e secondo le loro possibilità, a scardinare davvero quella pigrizia irriflessiva che ci porta ad agire senza interrogarci, a chiuderci nell'isolamento dei nostri nuclei familiari.Da alcuni anni conduco un gruppo ad indirizzo analitico, lo Spazio Genitori, e dico sempre che io sono lì come trainer e al tempo stesso ne fruisco: ho bisogno di confrontarmi con altri adulti che non se ne stiano di risposte preconfezionate dall'esperto di turno, ma insieme ricerchino nuove risposte alle complesse problematiche che la relazione oggi offre.
Abbiamo pensato quindi a vari spazi da offrire agli adulti educatori, accomunati dal desiderio di riflessione, ricerca e volontà di mettersi in gioco per prendere le proprie decisioni in campo educativo.
Prosegue la possibilità di partecipare allo Spazio Genitori, un piccolo gruppo a cadenza quindicinale centrato sul desiderio di conoscere le dinamiche inconsce che facilitano od ostacolano lo sviluppo dei figli e la relazione con loro.
Gea inoltre organizza, per coloro che desiderano avvicinarsi al lavoro, un Ciclo Teorico Sperimentale di Incontri che verrà presentato venerdì 25 Gennaio 2002 nel corso della conversazione dal titolo: "Il dubbio fecondo: Riflessioni sul disorientamento educativo". Il corso si rivolge a insegnanti, educatori, genitori:
il percorso, che si articola su quattro interrogativi principali, avrà cadenza mensile, con incontri della durata di due ore ciascuno. Per favorire la riflessione si propongono varie tecniche:
una relazione introduttiva delle conduttrici, giochi di ruolo, scambio di vissuti, possibili esercizi in gruppo.Gli incontri verteranno su problematiche inerenti l'educazione quali:
- Potere e Autorevolezza: "Se non la smetti vedrai." Perché puniamo i bambini?.
- Consumismo e Sensi di Colpa: "Lo voglio, Mamma, me lo comperi?".
- Aggressività e Controaggressività:
"Sei cattiva, non sei più mia mamma..." Come ci sentiamo quando i figli ci sfidano?
- Autonomia e Soggettività: "A che ora torni?" Giovani amori sbocciano. Come lo viviamo? Ansia, possesso o desiderio?
Per garantire una adeguata possibilità di fruizione il numero dei partecipanti è limitato e pertanto è prevista l'iscrizione.
Queste e altre due iniziative, Gruppo Bambini e Spazio Giovani, saranno presentati nella sede di GEA sempre venerdì 25 Gennaio alle ore 21.


Simonetta Figuccia


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