Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Settembre 2000 Pag. 14° Tullio Tommasi

Tullio Tommasi

 STREAM OF CONSCIOUSNESS 

LA POSTA DEL CUORE

"Gli uomini si innamorano della persona che desiderano fisicamente, le donne desiderano fisicamente la persona di cui si innamorano".
Questa frase sibillina la ricordo pronunciata in un bel film di una quindicina di anni fa, "Sesso, bugie e videotapes", e ancora oggi mi viene da riflettervi senza poi arrivare a qualche soluzione.
Questo articolo ha l'unica intenzione di creare dubbi sui soliti argomenti che tanto vanno di moda nei rotocalchi estivi e nelle nostre vite: innamoramento, amore, desiderio, gelosia, tradimento, fedeltà e via dicendo.
Ognuno dice la sua e quasi tutti sono ben sicuri di quello che credono, trincerandosi dietro ad un inappellabile "io sento così".
Spesso si preferisce risolvere il tutto con una delle frasi a scelta: l'amore è un mistero, l'amore è cieco, ci si innamora e basta, amore vuol dir gelosia, o altre simili.
Quando poi due individui che la pensano diversamente in materia si confrontano, il filo del discorso è più o meno questo. Il fautore dell'amore esclusivo dirà a colui che proclama il valore dell'indipendenza: "Ma allora tu non ti sei mai innamorato!" L'altro, dopo un rapido dubbio che gli trapassa il cuore, riprendendo vigore ribatterà: "Tu hai paura di vivere e cerchi solo delle sicurezze!" Il dialogo potrebbe continuare con: "Tu ami solo te stesso!" Seguito da:
"Non sai amare se non nella dipendenza, quindi il tuo non è vero amore." I vari libri sull'argomento non permettono poi di fare molta chiarezza, o meglio: spesso si leggono libri interessanti, pochi davvero illuminanti, ma si ha sempre l'impressione che rimanga fuori qualcosa.
Chi vola in alto si dimentica delle umane brutture (lo psichico) che tanto ci accomunano: dipendenza, gelosia, paura della solitudine, ecc. ecc.
Chi si lancia nel pratico rimane nel prosaico e si ha la sensazione di un tentativo di strutturare qualcosa che è solo poetico. Comunque troveremo alcune definizioni che vogliono rassicurarci e che qui riassumo.
Eros: rapporto basato su una forte attrazione fisica, esclusivo, spesso ossessivo.
Ludus: rapporto basato sul gioco, anch'esso con forte componente sessuale; in questo caso l'esclusività non è importante.
Storge: rapporto basato sulla comunione di anime, dove interessi e sentire comuni sono molto più importanti di un'intesa sessuale.
Le tre categorie possono poi creare, a due a due, altre tre categorie.
L'unione di eros e storge crea la più alta forma di amore, detta agape: si ha allora la sensazione di aver trovato l'anima gemella, perfetta su tutti i piani.
Agape tutti lo sognamo, pochi lo sperimentano, quasi nessuno lo mantiene.
C'è poi la famigerata parola chiave di ogni analisi: proiezione.
Pare che ogni innamoramento sia proiettivo. Un freudiano parlerà di genitori, figli, narcisismo (ricerca di un altro simile a sè ma un po' migliore). Uno junghiano parlerà di proiezione di anima ed animus sull'altro. Comunque sia la questione, è pur vero che nel momento in cui ci si innamora la persona oggetto dell'attenzione acquisisce una luce splendente che proviene dall'amante e non dall'amato.
La Regina delle fate in "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespeare, si innamora, per un incantesimo, di un sempliciotto per giunta trasformato con la faccia d'asino. La realtà, se mai è esistita, si trasforma in un sogno o in un incubo, e le orecchie asinine diventano la ragione di vita della Regina.
Quando poi il filtro svanisce, la proiezione scompare, l'oggetto amato diventa terribile e dalle frasi d'amore eterno si passa al rancore verso un mostro, o, se va bene, verso un imbecille.
Dopo l'innamoramento c'è però la possibilità che subentri l'amore: da Dioniso folle e vitale che fa fare pazzie che saranno perdonate, si passa ad Apollo, più sereno, distaccato, consapevole, ma anche un po' più noioso.
L'esistenza del solo Apollo porta spesso ad un equilibrio mortifero, in cui prevale la strategia dell'accontentarsi e la sicurezza dei piccoli gesti quotidiani.
Comunque, nei più solidi e sani rapporti a due, c'è sempre un terzo: i figli sono la soluzione classica; ci può essere inoltre un amante concreto o virtuale, segreto o sopportato, oppure un'attività personale in cui almeno uno dei due si getta a capofitto.
Insomma, l'agognato agape non sussiste a due.
All'opposto della coppia apollinea si trova un individuo inquieto, sempre alla ricerca del grande amore che non trova mai, e che inonda le sue giornate di disillusione per troppa illusione. Disprezza e invidia le coppie all'apparenza solide e serene.
Sempre più spesso arriva la notizia che la tal coppia, simbolo dell'amore coniugale, si è separata, e tale avvenimento non fa ormai molto scalpore. Capita anche che un'anima inquieta si unisca ad un'altra, dapprima per gioco, per poi ritrovarsi per una vita in una coppia, magari strana, ma pur sempre coppia.
Le cose si rimescolano e intorbidiscono i mari su cui navighiamo con rotte insicure, annaspiamo e cerchiamo di sondare il mistero dell'amore, di quell'amore vissuto ogni giorno con persone altrettanto confuse, con cui cerchiamo accoppiamenti giudiziosi che tali non sono.
Concedetemi ancora un piccolo delirio per spendere due parole sul rapporto tra sessualità e amore. Se è vera (ma è vera?) la frase di inizio articolo, allora le donne hanno più facilità di trovare una completezza che porta all'agape.
Non mi dilungherò sulla divisione tra donne celesti e donne terrene, categorie esistenti probabilmente solo nella mente di alcuni uomini, ma non posso fare a meno di ricordare una frase che Balzac fa dire ad un personaggio femminile in un suo romanzo: esistono uomini per il giorno e uomini per la notte.
Forse Balzac, uomo di ben nota bruttezza ma di grande fascino intellettuale, non trovò mai una donna che lo considerasse uomo per la notte, contraddicendo la regola della frase iniziale.
Dioniso è compagno di Eros e il soffio vitale che crea follia, dipendenza, il "non posso fare a meno di te", è causa (per le donne?) o effetto (per gli uomini?) della sessualità, comunque vi è legato in un abbraccio di passione ingestibile.
Apollo è compagno di consapevolezza, permea di una pacata intensità le nostre vite e ci permette di dire: i tuoi occhi sono i miei, in un abbraccio d'amore silenzioso. Qui non c'è l'ossessione dell'altro, del suo corpo, del suo odore, c'è la bellezza dell'amore, forse con una nostalgia di urla, gemiti e pianti.
Desidero l'unione di Apollo e Dioniso, in una follia consapevole.
Accetto quello che la vita mi regala. In uno stato confusionale dove non so più niente riguardo alle questioni d'amore ed è difficile unire il quotidiano con un sentire alto, non posso far altro che stare, umilmente, ad ascoltare le intermittenze del cuore. Ma anch'esse sono molto strane.
Allora proverò con il Simposio di Platone:
"...salire sempre, come per gradini, da uno a due e da due a tutti i bei corpi e dai bei corpi a tutte le belle occupazioni e da queste al bell'apprendimento e dall'apprendimento giungere infine a quella scienza che è la scienza di questa stessa bellezza, e conoscere all'ultimo gradino ciò che sia questa bellezza in sè. Questo è il momento della vita o mai più altro degno di vita per l'uomo, quando contempli la bellezza in sè".
Mi calmo, mi rassereno, sento di ritrovare la strada, ma K. Kraus rovina sempre tutto: "E' più facile amare l'umanità che amare un uomo".


Tullio Tommasi


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