Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Home Anno 7° N° 25
Settembre 1998 Pag. 12° Alberto Toniutti

Alberto Toniutti

 STREAM OF CONSCIOUSNESS 

RINASCITA

.. in assenza di gravità

Mi sto chiedendo quanto ognuno di noi possa dire "Sì" alla vita; sto avvertendo la possibilità di una grande trasformazione, di un grande cambiamento che ci accoglie e trasporta in una nuova dimensione, quasi come se ci trovassimo a vivere in un mondo mutato in cui la consapevolezza si allarga e abbraccia l'universo intero.
Nella mia vita e nel mio lavoro sento che questa mutazione può avvenire solo passando attraverso la morte e la rinascita; una necessaria e dolorosa perdita che chiede di essere accettata e che consente l'accesso al mondo del Sacro, dello Spirito, della Presenza.
Nel momento in cui scrivo, sento il valore ma anche il limite delle parole ed è per questo che lascio proseguire il discorso ad un sogno che in me si è fatto presente nel voler confermarmi e indicarmi la strada da compiere.
Mi trovo nel giardino della mia casa d'infanzia, sono solo e mi faccio in disparte rispetto ai membri della mia famiglia. Sento in me un grande turbamento, il desiderio di andare verso l'"oltre" e una voce che mi dice di cercare "la linea bianca", luogo che mi consentirà di dare l'avvio al processo alchemico che, trascendendo le parole, ma partendo da esse, darà vita allo Spirito.
Avverto in me questa sensazione di "meravigliosa inquietudine" e comprendo che il senso della mia vita risiede nella possibilità di osare, di rompere una volta di più i limiti di una ristretta coscienza che ancora tutela il mio nome e la mia immagine.
Piango, piango continuamente con il cuore straziato e lo struggimento è così grande che le persone che in sogno di volta in volta si fanno presenti non riescono a lenire il mio dolore e non comprendono le parole che a mala pena riesco a balbettare.
Nel sogno mi vedo al piano terra, nella taverna della vecchia casa natale: lì come in giardino ho la medesima sensazione e spicco dei salti, e levandomi dolcemente verso l'alto, quasi come in assenza di gravità, per ricadere inevitabilmente a terra subito dopo.
Il dolore è ancora grande e avverto in me la paura della follia nel momento in cui la voce, implacabile, mi invita a cercare "la linea bianca" che io so essere quello spazio sacro, quel mandala interiore che solo consente di rompere gli indugi, di rinunciare alla parola ancora troppo piccola e personalistica, e dare l'assenso alla parola vivente che è libera dal peso della gravità che continuamente mi sbatte verso il suolo.

Continuo a fare l'esperienza della necessità del dolore, quel dolore che nasce dal reggere la visione dello sgretolarsi del mondo a me noto che racchiude tutti i valori cristallizzati in cui ancora mi riconosco, per accedere all'anelito di cui lo struggimento in me era presagio.

Alberto Toniutti


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