Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Settembre 1998 Pag. 6° Cristina Allegretti
 MITI E LEGGENDE 

IL MAIALE


Simbolo ambivalente: da un lato rappresenta la fertilità e la ricchezza, dall'altro la voracità, l'ingordigia e la lussuria.

Dal "Dizionario di folklore argentino": "A nord di Cordova, e più semplicemente a Quilinos, si parla di una scrofa incatenata che, soprattutto di notte, s'aggira nella regione.
Gente che abita in vicinanza della stazione ferroviaria assicura che questa scrofa in catene a volte procede a scivolo sui binari; e altri affermano che non di rado corre lungo i fili del telegrafo, producendo con le catene un rumore infernale.
Nessuno ha mai potuto vederla, poichè quando la si cerca sparisce misteriosamente." (Buenos Aires, 1950) La simbologia del maiale ha una lunga tradizione a partire dall’Odissea di Omero: la maga Circe trasforma gli uomini di Ulisse in animali, tra cui i maiali, a seconda (così pare) dell’inclinazione del carattere.
Il suo aspetto florido e il suo modo di mangiare, insieme al suo bisogno di rotolarsi nel fango, lo pongono in una posizione simbolica duale che l’uomo ha elaborato: da un lato rappresenta la fertilità, la ricchezza (la scrofa è associata alla Grande Madre) dall’altro è simbolo di voracitá, ingordigia, lussuria.
Nell'isola di Malta, in epoca neolitica, venne raffigurata, quale simbolo di fertilità e di buon auspicio, una scrofa che allatta tredici porcellini.
Per lo stesso motivo, anche in Grecia, nei misteri di Eleusi, il maiale costituiva l'offerta sacrificale alla dea Demetra.
Nell'antico Egitto la scrofa che divora i suoi piccoli era un simbolo della dea del cielo Nut, i cui figli, le stelle, scompaiono al mattino per rinascere la sera.
Invece nella religione islamica ed ebraica è vietato, per i fedeli, mangiarne la carne, che è considerata impura.
Anche nel cristianesimo, del maiale , è prevalso l'aspetto simbolico più ombroso; esso rappresenta la lussuria, l’ingordigia, la sensualità: Satana. E già lo incontriamo nella parabola del Vangelo secondo Matteo, nel famoso "Discorso della montagna", in cui Gesù esorta: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perchè non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi." Nella parabola "Il figliuol prodigo" del Vangelo secondo Luca, il giovane, lasciata la ricca casa paterna, diviene guardiano dei porci "e avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci, ma nessuno gliene dava", così si trova a raggiungere il gradino più basso per un ebreo ligio alla legge.
Ma sarà anche grazie a quest’esperienza (l’essere guardiano dei maiali, e quindi fare i conti con ciò che i maiali simboleggiano) che il figliol prodigo prenderà la decisione di ritornare alla casa del padre non più innocente, stato in cui si trovava alla partenza, ma responsabile e più cosciente di sè e delle proprie forze inconscie.
Ancora nel Vangelo secondo Matteo nella parabola "Gl’indemoniati di Gadara" Gesù incontra due indemoniati furiosi che lo scongiurano affinchè egli li liberi.
Sono i demoni stessi a parlare in loro e ad implorare Gesù di scacciarli e di mandarli in una mandria di porci che pascolavano lì accanto.
Così egli fece, "ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti." L’uomo posseduto si salva incontrando il Cristo.
Nell’uomo, per quanto posseduto sia, non c’è mai incoscienza totale, per questo forse il diabolico sceglie il maiale, l’istintualità, quale luogo in cui darsi la morte: morte irriflessiva.
In Oriente il maiale mantiene la stessa dualità simbolica dell’Occidente.
Incontriamo la scrofa di Diamante (nel buddismo tibetano) come simbolo della Madre e regina del cielo, mentre in altre correnti del buddismo esso rappresenta ingordigia e ignoranza.
Nella cultura cinese l’ambiguità della simbologia del maiale viene espressa integralmente; infatti dapprima rappresenta la natura immediata non addomesticata, sporca, che, una volta addomesticata, si rivela utile.
L’animalità nell’uomo, da brutale, si trasforma in conoscenza laddove vi è un’opera di addomesticamento, intesa come educazione e trasformazione della stessa animalità; opera che spetta solo al soggetto umano attuare, e attuandosi nel corpo finito, limita i danni dei processi inconsci abbandonati a se stessi.
L’inconscio così parla all’uomo del maiale nei suoi messaggi onirici:

La sognatrice si trova con le sue compagne di ricerca su una terrazza all’ultimo piano di un grattacielo, in mezzo a loro c'è un libro che contiene i nomi delle compagne e dei compagni che verranno; quando sopraggiunge un uomo (che simboleggia il logos esibizionistico, il logos non ancora trasformato) che però non può rimanere lì con loro, deve andarsene. La sognatrice e le sue compagne si voltano e, sulla stessa terrazza, vedono tanti maiali che si suicidano buttandosi giù dal grattacielo.

Il sognatore si trova a casa sua situata ad un piano alto di un caseggiato quando, preso da nostalgia, decide di ritornare ai piani inferiori, un tempo ubicazione della sua vecchia casa, ma qui non trova più niente di ciò che aveva lasciato ma un letamaio pieno di maiali.

Pur nella sgradevolezza delle immagini, ciò che sembra si voglia evidenziare è l’impossibilità per l’uomo di rimanere a metà strada tra fare spirito e restare immerso in ciò che il simbolo del maiale rappresenta.
Non ci può essere confusione, non ci possono essere alternative per l’uomo oggi: o fa spirito o rimane in compagnia dei maiali, dandosi così in pasto alle volgarità, alla voracitá che offende, che ferisce, che uccide il pensiero.
E così all’uomo di spirito non rimane che nutrirsi e gustare la carne di maiale senza nutrire il maiale con il suo spirito.
Bibliografia.:
Enciclopedia illustrata dei simboli (Muzzio editore)
La sacra Bibbia
Dizionario delle immagini e dei simboli biblici (Monfred Lurker) Enciclopedia delle religioni (Teti editore)

Cristina Allegretti


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