Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Giugno 1994 Pag. 15° Nicola Belotti
 STREAM OF CONSCIOUSNESS 

POTENZA DELLA LIRICA

di Nicola Belotti

Nei primi anni di vita mia madre mi cantava la canzoncina "Pasqualino Maraja" mentre faceva i lavori di casa e così mi insegnava che per cantare occorre prima ascoltare: da lì alle canzoni di Albano, mio grande idolo dei sei-sette anni, alle imitazioni di Ruggero Orlando, lo speaker televisivo di quel periodo, e le recite scolastiche, il passo è stato breve e tutto questo era il canale attraverso il quale esprimevo la mia voglia di comunicazione, estroversione.
Crescendo poi la musica mi ha sempre accompagnato finchè a quattordici anni, strimpellando la chitarra prima e l’organo poi, da buon autodidatta, con la musica mi sono mantenuto gli studi, ho cominciato a suonare in giro e finalmente, in questi anni, a studiare il piano jazz.
Musica per comunicare o per stare zitti, per fare vibrare le mie corde che solo adesso sto imparando a suonare veramente.
Come in una grande storia d’amore vivo questo rapporto senza chiedermi il perchè di questa alchimia: c’è e questo mi basta. E sarà proprio forse questa alchimia che mi ha fatto riscoprire lo strumento più bello che potessi suonare: la voce, attraverso lo studio della lirica.
E’ stato quasi il caso che mi ha portato a fare canto lirico, ad appassionarmene a questo modo, ricavando delle emozioni e dei momenti davvero intensi.
Impostazione del diaframma, respiro, posizione, tutto per restituire al canto quello che dovrebbe essere il suo corso naturale, il letto dentro cui far scorrere liberamente il fiume senza ostacoli che possono in qualche modo impedire alla voce di uscire pulita, grande, forte.
E il momento più intenso è quello a cui ci si prepara sia da esecutori che da ascoltatori: l’acuto.
L’acuto è il momento in cui, se tutto prima è andato per il verso giusto, tocco il cielo con un dito (o sarebbe meglio dire con una nota), sento che ce l’ho fatta, ho scalato la mia montagna, con fatica, e la prossima volta potrei non farcela per cui devo sempre essere ed esserci al massimo.
Cantare mette in comunicazione diretta l’anima con la vita e ho scoperto curiosamente, che lo stesso modo di mettere la voce nei movimenti e nella concentrazione è in stretta analogia con il lavoro analitico su me stesso, come "aprire i miei rubinetti", anche quelli chiusi da sempre, per far scorrere tutta l’energia vitale.
Con tutto questo non dimentico affatto che per i limiti strutturali che mi riconosco non ho certo velleità artistiche di rilievo ma semplicemente una passione coltivata a livello privato e che al massimo mi porterà a cantare a qualche matrimonio o fra amici. Ma solo l'idea di poterlo fare, quando solo due anni fa era fuori dai miei pensieri, mi dà la dimensione di quello che posso fare se lo sento e se lo voglio, come se scoprissi in me una nuova energia capace di cose oltre la mia consapevolezza.
Non è escluso che proprio nei saloni dell’Associazione Gea possa avvenire il mio debutto ufficiale, se e quando sarà il momento...


Nicola Belotti


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