Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione G.E.A.
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Dicembre 2001 Pag. 4° Ada Cortese


Ada Cortese

 PROFILI 

JACQUES LACAN

L'allievo pił fedele ed il pił trasgressivo della psicoanalisi: colui che ha traghettato la metateoria freudiana dall'ambito puramente biologico all'ambito simbolico

Jacques Lacan (1901-1981)
Jacques Lacan nasce a Parigi il 13 aprile del 1901. Studia al collegio Stanislas, in cui vengono educati i rampolli della grande e media borghesia cattolica. Fin da subito legge Spinoza; dopo il collegio, entra in contatto con gli scrittori surrealisti, tra cui A. Breton.
Studia medicina, specializzandosi successivamente in psichiatria sotto la guida di G. Clérambault, celebre per aver condotto ricerche sull'automatismo mentale.
Contemporaneamente, segue i corsi di Kojève sulla Fenomenologia dello spirito di Hegel all'École pratique des hautes études.
Nel 1931 entra come interno all'ospedale di Sainte-Anne. Ancora indifferente alle teorie freudiane, si avvicinerà progressivamente a una nozione di follia, intesa come esperienza creatrice, attraverso la mediazione del surrealismo.
Nel 1932 discute la sua tesi in psichiatria, La psicosi paranoica nei suoi rapporti con la personalità, dove già si accenna a una nozione psicoanalitica di follia (da poco aveva intrapreso la lettura sistematica delle opere di Freud).
Nello stesso anno inizia l'analisi con Loewenstein. Nominato primario ospedaliero, nel 1934, rinuncia alla carriera ed è ammesso come membro iscritto alla Societé Psychanalitique de Paris. Nel 1936 presenta la sua prima comunicazione al XIV Congresso internazionale di psicoanalisi, svoltosi a Marienbad, su Lo stadio dello specchio, che verrà ampliata in un congresso del 1949 con il titolo Lo stadio dello specchio come formatore della funzione dell'"io".
Sono anni densi di incontri con la filosofia contemporanea (legge Heidegger, che riuscirà poi a incontrare nel 1955 e si interessa allo strutturalismo e in particolare a C. Lévi-Strauss).
Nel 1953 si distacca dalla Societé Psychanalitique, fondando la Societé française de Psychanalise; dopo varie scissioni, nel 1963 fonderà l'École freudienne de Paris, che ha come organo la rivista Scilicet. A partire dal 1953 e fino al 1980 tiene ogni mercoledì dei "seminari" all'ospedale Sainte-Anne, seguiti dagli allievi e apprezzati da intellettuali come Merleau-Ponty, Bataille, Hyppolite. Muore a Parigi il 9 settembre 1981.

Contesto storico
Lacan si è formato ed ha esercitato la sua professione negli anni più intensi della vita intellettuale parigina, dai Trenta ai Settanta, entrando in contatto con le figure più importanti di quel periodo, dai surrealisti agli strutturalisti, da Alexandre Kojève a Martin Heidegger, da Roman Jacobson a Claude Levi-Strauss.
Fondò negli anni Sessanta una sua scuola, l'Ecole Freudienne de Paris, che lui stesso sciolse nel 1980, un anno prima della sua morte, avvenuta il 9 Settembre 1981.
Figura di primo piano della cultura e del movimento psicoanalitico francese, fu sostenitore di "un ritorno a Freud" contro le deviazioni della psicoanalisi, anche ortodossa (Abraham, Jones, Ferenczi) e dei neofreudiani americani, sempre più interessati all'aspetto terapeutico.
Memorabile resta lo sbarco negli Stati Uniti d'America, nel novembre del 1975, per riportare, sulle orme di Freud, la peste della psicoanalisi e memorabili restano le discussioni in quel Paese con Chomsky.

Pensiero
Identificò nel sovvertimento del concetto di soggettività, emerso secondo Lacan con Cartesio, la vera novità rivoluzionaria freudiana. Da tale postulato derivano le tre tesi, paradossali, del pensiero lacaniano:
1) l'inconscio, centro della vita pulsionale del soggetto e condizionato dal linguaggio, coincide con la totalità del soggetto medesimo; 2) l'Io _ elemento fondamentale della dinamica del "farsi del soggetto" e differenziantesi dal "Moi" (oggetto necessario ed alienato) _ svolge la funzione narcisistica e quindi difensiva, è soltanto il soggetto immaginario, l'"assoggettato" privo di una vera autonomia; 3) la cura non cerca la Guarigione ma la Verità.
Nella polemica contro la "prassificazione americana della psicoanalisi", Lacan collegò la teorizzazione della metapsicologia di Freud ad un approccio simbolico che costituì, per il pensatore francese, la struttura portante di tutto il suo pensiero e della sua rielaborazione personalissima della "cosa freudiana".
Secondo Lacan sul piano simbolico, dove s'inscrive la dinamica della coazione a ripetere, della memoria e del passaggio al linguaggio, avrebbe luogo una costante dialettica tra bisogno e desiderio che, ripetendo allucinatoriamente l'esperienza passata, ritrova l'oggetto perduto sul piano fantasmatico e ricerca una realizzazione.
La dinamica del desiderio è guidata dalla "logica della mancanza" che si manifesta sia in modo negativo sul registro del "reale" (come compromesso nel sintomo) sia in modo positivo sul "registro" immaginario (per esempio nel sogno).
Lacan colse dietro il "registro" dell'immaginario il sottostante "registro" del simbolico, dominato dal linguaggio e nel quale si svolge la dialettica fondamentale della "domanda", ossia della richiesta rivolta all'Altro.
Mentre il bisogno necessita di un oggetto della natura, la domanda è sempre rivolta all'Altro da noi che riconferma noi, l'Altro è il Soggetto. La domanda, dunque, esige il riconoscimento dell'Altro e il desiderio, dominato dalla logica della mancanza, nasce dallo scarto tra bisogno e domanda.
La scoperta del registro simbolico dimostra per Lacan che la dinamica pulsionale dell'inconscio segue leggi di tipo strutturale simili a quelle poste in evidenza da F. de Saussure per la linguistica e da C. Lévi-Strauss per l'antropologia.
Il primato simbolico permette così "l'adeguamento al vero spirito del freudismo" e consente di impostare con rigore matematico, lo studio della "logica del desiderio diveniente linguaggio": in tal modo la "logica della mancanza" o della "incompletezza" si trasforma nella "logica delle catene simboliche" che si incrociano nella sovradeterminazione freudiana e fanno sì che tra il bisogno biologico e la domanda si trovi la connessione tra il biologico ed il linguistico cercata da Freud.
Ed egli sostiene che, solo se saprà studiare a fondo il simbolo, sulla scia della linguistica, la psicoanalisi potrà assurgere a vera scienza, anzi alla scienza per eccellenza.
A questo proposito, egli così si esprime: "La forma di matematizzazione in cui s'inscrive la scoperta del fonema come funzione delle coppie di opposizione formate dai più piccoli elementi discriminativi afferrabili dalla semantica, ci conduce ai fondamenti stessi nei quali l'ultima dottrina di Freud indica, in una connotazione vocalica della presenza e dell'assenza le fonti soggettive della funzione simbolica".

Vedi anche:"La struttura linguistica dell'inconscio"

Opere
Alcune sue opere vennero pubblicate nel 1966 con ill titolo Scritti ; successivamente, si sono aggiunti i ventisei seminari, la pubblicazione di una parte dei quali, a cura del genero J. A. Miller, è ancora in corso.


Ada Cortese


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