Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione G.E.A.
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Giugno 2001 Pag. 2° Ada Cortese


Ada Cortese

 EDITORIALE 

DIVIETO DI LUPO

Segrete violenze e pubblica ipocrisia


Non si parla d'altro: in televisione, alla radio, sui giornali, in autobus. E ad ogni passaggio l'indignazione cresce.
Sono giuste e fisiologiche la repulsione e l'impulso alla vendetta che questi fenomeni inducono.
E' giusto che lo sgomento, la rabbia, l'orrore e l'angoscia crescano di fronte alla dilagante industrializzazione e commercializzazione di questi eccessi aberranti. Essi, grazie alla rete, hanno raggiunto portata e visibilità senza precedenti.
E' giusto invocare interventi eccezionali e punizioni esemplari, anche se tale richiesta di provvedimenti assomiglia alla "chiusura della stalla quando i buoi sono già scappati".
La rete da un lato amplifica l'efficienza di questi "malati abominevoli", dall'altro si fa essa stessa strumento per individuarli.
Essa sta prendendo sempre di più la forma di un "inconscio collettivo estrovertito" ove Bene e Male si mescolano senza filtri e senza rimozioni; si sta formando a nostra immagine e somiglianza amplificando i preesistenti aspetti positivi e negativi della nostra natura.
Ne segue che i "malati repellenti" devono essersi formati altrove. Essi non sono certo figli della rete.
Occorre un po' di ordine e di onestà.
Cominciamo a rammentare che la violenza in genere, psicologica e fisica, nonché l'abuso e la violenza sessuale, nascono in due contesti:
-quello che diremo "esogeno" rispetto alla cerchia parentale; -quello che diremo "endogeno" rispetto alla cerchia parentale.
Mi sta bene, benissimo, che se ne parli, che se ne discuta e che i mercanti di bambini vengano perseguiti. Ma trovo inaccettabile la strumentalizzazione del fenomeno e che si alimenti (magari per l'audience) soprattutto lo scandalo, la vendetta, la punizione dei "colpevoli" come fossero alieni giunti da un Altrove.
Non è possibile in poche righe tentare di esplorare il mondo complesso delle relazioni sociali in genere e delle relazioni familiari in particolare.
E' però doveroso ricordare che nè le aggressioni familiari, nè la pedofilia nascono oggi e molti di quelli che gridano allo scandalo, sono spesso appartenenti a famiglie che serbano in seno segreti indicibili per i quali, appunto, si sceglie l'omertà e la regola del reciproco silenzio.
Si pensa ai pedofili come a creature aliene. E certo per un verso lo sono: fanno orrore anche se li sappiamo malati e a loro volta vittime. La loro storia, quando viene raccontata, è quasi sempre la stessa: ciascuno di loro ha subìto violenza sessuale, da piccolo, in famiglia, dallo zio, o dal nonno, o dall'amico di papà, o dal fratello maggiore....
Da un punto di vista etno-storico va ricordato che proveniamo dal branco, dai proto-villaggi matriarcali, dai clan patriarcali. In essi si affermò sicuramente il tabù dell'incesto che costringe gli adulti a cercarsi il partner fuori dal proprio clan. Il partner ufficiale e basta.
Nelle famiglie estese, la convivenza ravvicinata tra nonni, figli, nipoti, deve aver favorito la possibilità che l'antica "abitudine" dell'attrazione ancheverso il giovane e verso il piccolo, che la promiscuità favoriva, si riattivasse.
La linea di confine che segna il passaggio dalla carezza affettuosa e scherzosa ad atteggiamenti di maggiore intimità deve essere, per molti adulti, assai fragile sicchè può prevalere alla fine il cieco istinto sessuale sul tabù e sull'affetto parentale.
Non scandalizziamoci troppo di ciò che la tecnologia dell'informazione ci rimanda in tutta la sua potenza, non scandalizziamoci come se non ci riguardasse. Cogliamo invece l'occasione per aprire gli armadi e avere il coraggio una volta per tutte di liberarci degli scheletri in esso occultati.
La famiglia è spesso l'unico luogo in cui la violenza socialmente repressa può esplodere. Anzi è essa stessa il luogo più violento in assoluto di tutti i possibili contesti sociali.
Violenza manifesta contro violenza subdola, quale è quella dei parenti segreti pedofili e mafiosamente protetti.
Non c'è da stupirsi che la maggior parte dei violentati da familiari, divengano a loro volta pedofili. Troppo difficile qui cercarne il perchè.
Di sicuro gioca sia il nascosto piacere allora provato, che il senso di colpa e di rabbia verso tutti coloro che sapevano e hanno fatto finta di niente. Meglio divenire stupratori "segreti" di bambini che annientare affettivamente le persone a cui si era comunque legati.
E allora non facciamo gli ipocriti e si parli di questi lati ombrosi, e ciascuno rifletta sulla leggerezza con cui "sporca" l'intimità di un piccolo come se questi fosse un oggetto che, come tale, non può sentire niente, non porterà memoria alcuna e non ha potere su nessuno.


Ada Cortese


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