Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione G.E.A.
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Marzo 2001 | Pag. 10° | Cristina Allegretti |
MITI E LEGGENDE IL RAGNO
"La creazione cosmogonica è rappresentata dall'atto del tessere ed il tessere presuppone un tessitore che resta continuamente in rapporto con la sua opera, che ne dipende e ne viene continuamente rinnovata".
Il ragno è un artropodo che appartiene all'ordine più vasto degli Aracnidi. Ha il corpo costituito da due parti, unite da un sottile peduncolo: la parte anteriore, detta cefalotorace, è fornita di sei paia di appendici, mentre quella posteriore è sempre priva di arti e contiene le ghiandole serigene dalle quali fuoriesce una secrezione liquida che all'aria si solidifica formando un resistentissimo filo di seta.
La simbologia del ragno è ricca e polivalente.
Il ragno è la Grande Madre nel suo aspetto di determinare e tessere il destino; simboleggia le dee lunari, detiene i segreti del passato e dell'avvenire, ma al centro della tela rappresenta il sole circondato dai suoi raggi.
La ragnatela rappresenta un piano cosmico le cui componenti spaziali si irradiano dal centro: i raggi sono l'essenziale, mentre i cerchi sono l'esistenziale e l'analogo.
Il simbolo del ragno si incontra in molte religioni e culture del mondo.
Per i cristiani è simbolo del male ed è contrapposto alla "buona ape".
In Giobbe (27,18) la casa del ragno è simbolo dell'instabilità e fa parte del retaggio di maledizioni che gravano sul maledetto.
Nella religione egizia il ragno è un attributo di Neth: la tessitrice del mondo.
Per i Romani ed i Cinesi il ragno è un segno positivo:
per i primi è simbolo di acume e buona fortuna, per i secondi è associato all'arrivo di buone notizie.
Se per gli Amerindi rappresenta il vento ed il tuono (proteggeva dai malanni), gli Incas dell'antico Perù praticavano, attraverso il ragno, la mantica. L'indovino scopre un vaso nel quale è racchiuso il ragno divinatorio: se nessuna zampa si piega l'auspicio è negativo.
Il ragno ha un ruolo demiurgico per molti popoli: in alcune isole oceaniche è considerato il creatore dell'universo; nei miti dell'India si parla del tessitore primordiale e del ragno cosmico.
Anonse (il ragno) in Africa occidentale ha preparato la materia di cui è fatto il primo uomo, ha creato il sole, la luna e le stelle.
Il Grande Ragno per gli Ashanti è il creatore dell'uomo, mentre per le popolazioni del Camerun il ragno ha ricevuto il privilegio di decifrare l'avvenire.
Animale psicopompo, per i popoli dell'Asia Centrale e in Siberia rappresenta l'anima liberata dal corpo. Nella mitologia greca rappresenta la punizione divina contro l'arroganza umana.
Aracne, principessa libica, si acquistò una grande reputazione nel tessere e ricamare; la sua abilità le valse la fama di essere stata allieva di Atena, la dea delle filatrici e delle ricamatrici. Aracne volle apprendere la sua abilità solo per aumentare il suo talento personale; così sfidò la dea, la quale si travestì da vecchia e le consigliò di essere più modesta.
Aracne la ingiuriò, così la dea Atena le si manifestò e la sfida ebbe inizio.
Atena ricamò una tappezzeria raffigurando i dodici dei olimpici e ai quattro lati la sconfitta dei mortali che osarono sfidarli.
Aracne filò gli amori poco onorevoli degli dei.
Atena infuriata stracciò il lavoro perfetto di Aracne e la colpì con la spola.
La principessa fuggì disperata e si impiccò, ma Atena non la lasciò morire trasformandola in ragno.
Se l'ego non sa mostrarsi umile nei confronti del Sè la sua punizione è quella di lavorare per sempre, perdendo l'aspetto umano e diventando schiavo della natura immutabile.
Anche come strumento dell'inconscio il ragno può assumere significati diversi. Spesso induce disprezzo e la sua attività di predatore (inganna ed avvolge le sue prede) diventa simbolo della donna virago intenzionata a distruggere l'uomo.
Il lato oscuro ed inconscio dell'essere umano assume la forma del ragno quale divoratore della capacità riflessiva.
A questo proposito racconto il sogno di una persona portatrice di una problematica ossessiva che copre un significativo nucleo psicotico:
"La sognatrice è nella sua camera da letto e vede in un angolo del soffitto un ragno che ha le sue sembianze. La sognatrice, nel vedersi ragno, si sente al contempo spolpata e divorata nella sua percezione corporea". Il ragno e la ragnatela quale simbolo del destino sociale a cui può essere condannata la donna appartiene al patrimonio dell'inconscio collettivo. Esso sembra mal digerire che la donna ripeta un ruolo negativo per se stessa e per i suoi figli quali soggetti umani. Il sogno di una bambina di otto anni così si esprimeva:
"La sognatrice vedeva una donna giovane che poteva essere sua madre incatenata per le braccia e per i piedi ad una roccia. Un istante dopo la stessa figura materna si trasformava in una ragnatela al vento." E ancora una donna prossima al matrimonio sognava:
"Con la madre aveva assemblato le bomboniere da distribuire agli invitati senonchè aprendone una per controllarne il contenuto secondo ordinazione s'accorge che essa contiene un ragno vivo. Mentre apre quella singola bomboniera, accade che sincronicamente tutte le altre bomboniere si aprano da sole sotto la spinta dei singoli ragni che ciascuna e tutte contenevano". Non crediamo siano necessari commenti alla denuncia radicale dell'inconscio contro l'accidiosa ripetizione di un destino femminile di cui l'essere non ha proprio più bisogno.
L'attività del tessere la rete può essere associata all'attività dell'inconscio che tiene le fila della vita dell'essere umano. Il suo manifestarsi nel sogno svela pure l'emergere del Sè ed il prosieguo del processo di individuazione; come pure il bisogno dell'uomo di fare sempre più coscienza.
Un uomo in età che stava per morire sognò qualche ora prima del trapasso "un filo d'oro".
Fu un'immagine che lo rasserenò e pensiamo di conoscerne il motivo: quel filo rappresentava il Sè quale continuità della Vita nella Presenza Universale e nella universale rete d'oro di tutte le esistenze.
Il ragno segnala un lato inconscio della vita che si mantiene legata ad una esasperata "coazione a ripetere", la fatica di qualcosa che non abbia ancora trovato spazio sufficiente per recuperarsi alla dinamica universale.
In questo senso la comparsa del ragno può essere interpretata come una richiesta d'aiuto all'uomo affinchè si apra ad una dimensione più ampia.
Infine è interessante osservare come il simbolo del ragno si stia modificando presso i giovani assumendo l'immagine dionisiaca di informatore universale , di potente mezzo in grado di raggiungere e risolvere ogni problema e ciò soprattutto grazie alla Spider (l'auto biposto decapottabile), Spider Man (l'uomo ragno dei fumetti) e, ultimo e non ultimo il Ragno e la Ragnatela di Internet.
Cristina Allegretti
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