Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
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Settembre 1996 Pag. 7° Simonetta Figuccia

Simonetta Figuccia

 ATTIVITA' 

GRUPPO EVOLUTIVO AUTOCENTRATO

"L'evoluzione, arrivata all'uomo, non va più avanti sul piano del corporeo, ma a livello del pensiero."

Presentare l’attività è una contraddizione se può alimentare ancora una separazione tra ciò che siamo, il pensiero che sostanzia la nostra vita, la ricerca e "il fare".
Il 20.09.96 speriamo saranno in molti a partecipare ad una serata di riflessione comune, di analisti e analizzandi, compagni di ricerca in questi ultimi cinque anni, nei Gruppi Evolutivi Autocentrati.
Ho citato Silvia Montefoschi non solo perchè è nella sua elaborazione che affondano le radici del laboratorio evolutivo GEA, ma per ricordare anche quanto la trasformazione che viviamo e di cui siamo testimoni non abbia nulla di eclatante, non effetti speciali, è lavoro radicalmente trasformativo del reale e invisibile, perchè la grande trasformazione è a livello di percezione coscienziale. E' sul piano del Pensiero che avviene il cambiamento.
L’ipotesi fondamentale che viene a formularsi è che l’evoluzione psichica dell’uomo sia giunta, dal punto di vista individuale e sociale, ad un capolinea e che solo un salto evolutivo che riguardi il sistema uomo possa modificare il concetto di individuo, gruppo e società.
Il salto additato da Montefoschi è avvenuto e continua a darsi nei tanti soggetti riflessivi individuali, in quei soggetti umani, che hanno spostato la propria coscienza in un nuovo punto di visione.
Perchè usiamo la metafora del "salto"? Se l’inconscio è un insieme di conoscenze che non sanno di sè, e la coscienza è un insieme di conoscenze che costituiscono un sistema, una visione in cui il soggetto ripone la propria identità, per vedere la coscienza è necessario che il soggetto pensante si ponga al di sopra di sè e da lì possa osservare il proprio modo di pensare: questo è il metodo psicoanalitico.
E l’analisi porta ad una visione di sè e del mondo sempre più unitaria, perchè l’uomo scopre che ciò che coglie in se stesso come conoscenza interiore e ciò che percepisce fuori sono la stessa cosa.
L’individuo, il soggetto pensante, non si identifica più nei singoli contenuti della conoscenza, ma si identifica nella perenne riflessione.
Non solo i pensieri divengono consapevoli ed escono da una dimensione inconscia, ma si spiegano in ambiti conoscitivi sempre più ampi: il singolo problema personale, il cattivo rapporto col partner, viene visto all’interno del familiare, poi del sociale, e salendo ancora ci possiamo rendere conto che il sociale attuale è il punto di arrivo di tutta la storia dell’evoluzione umana.
L’analisi ha dato e continua a dare un contributo fondamentale alla conoscenza del mondo interiore, ma mostra un limite se continua a confinarsi al rapporto duale analista analizzando, perchè il lato sociale non viene visto o resta "simbolico".
Da mattina a sera interagiamo, siamo immersi i n una dimensione sociale, anzi universale, che ci comprende e trascende: la tazzina del caffè che beviamo, il letto in cui dormiamo fino ai più raffinati sistemi scientifico-filosofici, sono frutto del pensiero che attraversa l’uomo.
Il passaggio cruciale oggi per il sistema uomo concerne il salto dalla sfera individuale a quella collettiva e quindi universale.
E’ appuntamento necessario e maggiormente rifuggito, perchè identificarci nel chiuso mondo dell’io, ci permette di restare in una dimensione proiettiva, infantile, edipica.
Il singolo soggetto può anche svolgere un lavoro di "pulizia interiore" e conoscenza di sè e di molte dinamiche, ma poi.... la realtà resta quella che è, il mondo pure e la vita non cambia.
Solo se un gruppo di soggetti sposta il punto di visione, sarà superata la dicotomia tra realtà e simbolo.
Solo se insieme, in una nuova interdipendenza, ci collochiamo al livello del "Soggetto Super-riflessivo", allora nell'esperienza concreta del vedere insieme possiamo scoprire che ciascun "mondo interno" è un unico mondo interiore.
Il Super-riflessivo rappresenta il gruppo che prende consapevolezza di sè attraverso dei singoli, coscienti di sè e della coralitá cui appartengono.
Il gruppo è l’occasione necessaria per uscire dalle scissioni, per favorire nel singolo soggetto la capacità di percepire gli altri come incarnazioni delle proprie molteplici voci interiori.
Così si svela la nostra fondamentale sostanza, quella corale, universale, in quanto è un unico corpo del sè universale; l’inconscio fa un discorso coerente: i sogni dell’uno percepiscono l’altro al di là dello spazio e del tempo.
Ancora ci stupiamo di questo come se fossero "miracoli", quando già sappiamo che questa dimensione va alimentata incessantemente con costanza e umiltà ma senza dubbio possiamo dire con le parole di Teilhard De Chardin: "Una coscienza universale non è solo una cosa psicologicamente possibile, ma è per lo più l’unico modo completo di essere e amare".
Desideriamo trasformare la coscienza individuale in una coscienza più universale, meno egoica, più ampia, capace di percepire la vita e l’essere nelle sue diverse voci e forme. Questo fondamentalmente facciamo, e la dura fatica quotidiana è ripagata in attimi in cui la nostra identità finita sfonda nella percezione della presenza infinita. Questo è il "Regno Umano".

Simonetta Figuccia


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