Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
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Settembre 1995 Pag. 9° Maria Campolo
 MITI E LEGGENDE 

LO SCORPIONE

"Nella versione notturna incarna lo spirito bellicoso, di umore maligno pronto ad uccidere con il suo pungiglione chi osa sfiorarlo; nella versione diurna è simbolo dell'abnegazione e del sacrificio della madre poichè i suoi piccoli, secondo la leggenda, le scavano i fianchi e le mangiano le viscere prima di nascere."

Lo scorpione, apparso circa 350 milioni d’anni fa, sembra voler sfidare le leggi dell’evoluzione dato che la sua forma non ha subito alcun mutamento come se il suo corpo fosse, già dall’inizio, perfetto per il suo stile di vita.
Se per i moderni zoologi rappresenta un affascinante enigma, pure l'immaginazione dei nostri progenitori fu colpita dall’aspetto e dal modo di vivere di questo animale che, senza essere nè rettile nè insetto, è tuttavia caratterizzato da entrambe le nature. E’ insetto per la corazza che lo ricopre ma rettile per la vita sotterranea che conduce.
Animale in grado di dare la morte attraverso il suo veleno violento e doloroso, che emette dal pungiglione posto all’estremità della coda, ha un aspetto niente affatto piacevole che lo fa apparire come un mostro nero, crudele e cieco ma dotato anche di strane capacità come la danza sessuale che esegue per affascinare il partner.
In Egitto, lo scorpione fu onorato come dio sotto le sembianze femminili della dea Selkhet, divinità benevola, protettrice delle profondità della terra, che conferiva poteri taumaturgici ai suoi adepti.
I sacerdoti di Selkhet erano abilissimi incantatori di scorpioni e grazie a tali incantesimi erano in grado di farli uscire dalle loro tane senza correre il pericolo di essere punti, e ancora oggi, in Oriente, vi sono persone che riescono a sopportare il continuo contatto con queste spaventose bestiole.
Se presso i Maya lo scorpione era adorato come dio della caccia e simbolo della penitenza, nell'antica Grecia lo troviamo invece come strumento di vendetta usato da Artemide. Narra infatti la leggenda che la dea, cacciatrice e protettrice della fauna, fu offesa da Orione che voleva distruggere tutti gli animali del creato. Ella mandò come punizione un grande scorpione che punse mortalmente Orione al tallone. Artemide, riconoscente, trasformò lo scorpione in una costellazione e poichè anche Orione aveva subito la stessa sorte, da allora e per sempre la costellazione d'Orione è costretta a sfuggire a quella dello Scorpione.
Nel Vecchio e Nuovo Testamento lo scorpione raffigura il nemico, il demonio; nel libro di Ezechiele vengono indicati con il nome di questo animale coloro che sono nemici del profeta e della parola divina. Era quindi consequenziale che sin dalle sue origini il cristianesimo adottasse lo scorpione come simbolo dell’eresia e della dialettica speciosa, della ragione "pericolosa" che discute il dogma rimettendo in discussione gli argomenti della fede con il rischio di minare la parola dei Padri della Chiesa.
Lo scorpione, si dice, così come la ragione, avanza in modo carezzevole per colpire all'improvviso iniettando il liquido fatale. Incarna, per questo motivo, anche la lusinga pericolosa e l’argomentare diabolico, tanto che nel medioevo la simbologia mostrava lo scorpione mentre esce dalla bocca dell’esorcizzato o entra nell’orecchio del peccatore per indurlo in tentazione.
Nei tarocchi lo scorpione corrisponde alla sedicesima tavoletta, quella della torre fulminata o Casa-Dio. Il fuoco del cielo, sotto forma di cometa o di fulmine, colpisce la torre che pur vacillando non ne è distrutta.
Dal punto di vista astrologico lo Scorpione indica l'ottavo segno (21 ottobre - 21 novembre) e l'ottava casa, quella della morte e della trasmutazione; è infatti il numero otto, simbolo dell'infinito, che viene rappresentato con la doppia spirale che si erge verticalmente.
Il segno dello Scorpione corrisponde a Plutone, pianeta oscuro e misterioso, astro dei maghi e degli alchimisti, dei cacciatori e dei draghi, padrone dei mostri che ha assoggettato.
Lo scorpione è inteso come nodo della vita e della morte, che nel corso dell'anno rappresenta il ripiegamento fertile dell'autunno che, dopo la morte dell'estate, dà inizio alla lunga gestazione invernale.
Analogamente sul corpo umano corrisponde ai genitali, quali strumento per la sopravvivenza del genere umano, fonte di piacere e d'amore.
Ma se è simbolo della vita e della rigenerazione della vita fisica, è pure simbolo di morte che mettendo fine all'esistenza mondana dà l'accesso a quella ultraterrena.
Non è solo una credenza popolare ritenere che lo scorpione, se non riesce nello scopo che si è prefisso o se viene circondato dal fuoco, si dia la morte pungendosi da solo.
Nell’interpretazione simbolica della psicologia del profondo lo scorpione, come il serpente ed ogni altro rettile, è simbolo che richiama immagini di particolari forze primitive, ancestrali che, come questo animale, sono presenti nel mondo dalla notte dei tempi.
Lo scorpione è anche simbolo dell’individuo che riesce ad essere veramente se stesso solo quando si trova tra ostacoli, quando è posseduto da un demone interiore, quando non vuole il proprio quieto benessere ma tende fino all’angoscia del vivere, lacerato tra il richiamo di Dio e la tentazione diabolica. Questa natura vulcanica che lo scorpione raffigura, tratteggia "l’immagine di un uomo simile ad un uccello che apre le sue ali solo nel mezzo delle tempeste poichè la sua natura tende ai temporali e il suo luogo è quello della tragedia." Simbolo di distruzione e creazione, di morte e rinascita, lo scorpione è l’eterna dialettica che da sempre, a differenza dell'animale che la simboleggia, muta il mondo continuamente.
Simbolo medioevale dell'eresia (modernamente potremmo dire della "contestazione") è la capacità di operare fino in fondo, portando la contestazione fino alla simbolica rivoluzione che, per quanto crudele e violenta possa apparire, è assolutamente necessaria poichè porta con sè la potenzialità di rinnovare, tramite la morte simbolica, il pensiero di cui l'umanità da sempre si alimenta.

Bibliografia: Jean-Paul Clebert "Animali fantastici" - Ed.Armenia; Chevalier - Gheerbrant "Dizionario dei simboli" Ed. Rizzoli


Maria Campolo


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