Individuazione
Trimestrale di psicologia analitica e filosofia sperimentale a cura dell'Associazione GEA
Direttore : Dott. Ada Cortese
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Home | Anno 3° | N° 09 |
Settembre 1994 | Pag. 10° | Ada Cortese |
RECENSIONI STUPORE INFANTILE E REALTA' VIRTUALE
"Lo stupore infantile" di E. Zolla, come il precedente "Uscite dal mondo", si offre al lettore come testimonianza viva di una futuribile trasformazione coscienziale nell'uomo.
Premessa fondamentale per godere il libro è la capacità di ricontattare il potere infantile, realtà su cui l’autore si sofferma nel primo capitolo, potere appunto di stupirsi del mondo accompagnati dal vissuto di totalità con esso, al di là di ogni futura, adulta (e occidentale) logica separatoria.
Tutto il libro è in fondo la rivisitazione di esperienze proprie e altrui descritte e godute da una raffinata coscienza che ha saputo trasfigurare i sensi, purificato la parola e permesso dunque "al fiume di tornare ad essere fiume e alla montagna di tornare a esser montagna".
Ciò non significa che Zolla non esplori i lati simbolici della montagna o della luce (che, tra l'altro, sono alcuni dei temi che tratta) ma v’è chiaro l’amore, lo stupore infantile per la cosa in sè, per il significante non più perso a se stesso per amor dell’altro a cui dovrebbe rimandare. Zolla trasmette l’amore che il meraviglioso quadro della natura gli suscita, magnifica illusione da godere in se stessa proprio come un qualsiasi altro piccolo o grande oggetto, gesto, sogno o pensiero.
Ne parla apertamente nel capitolo dedicato alla natura e al modo goethiano di celebrarla. Ma è evidente in tutto il libro la sua libertà dalle opposizioni (a questo proposito mi piace notare l’atteggiamento più morbido che grazie alla conoscenza del pensiero di C. G. Jung Zolla ha assunto verso la psicologia) , che gli permette di gustare la "realtà" come si gustano i sogni più belli. E si sa che nei sogni tutte le emozioni s’intensificano fino a cambiare di qualità, fino a diventare assolutamente incomunicabili a chi dei sogni non gli importa niente.
A proposito di sogni cito dall’autore "Il consulente spirituale del Dalai Lama, Lhalungpa, mi insegnò la via perfetta per giudicare d’ogni religione: che cosa fanno i fedeli dei loro sogni? " Tutto il suo libro s’impernia sull’esperienza possibile della liberazione che la cultura filosofica-religiosa orientale porta in sè. Liberazione da se stessi, dal proprio arrogante e tirannico ego, fonte di ogni illusione e di ogni significativa sofferenza. L’autore ci ricorda che in Occidente solo D. Hume impartì l’insegnamento dell’inesistenza dell’io e Zolla ne ribadisce la premessa: "non hanno esistenza reale e sicura nè la nascita nè la morte, essendo fondamentale soltanto la mente che non è personale, risultando dall’intreccio delle infinite menti sparse nell’universo".
Sotto l’aspetto della liberazione dalle illusioni, l’autore guarda con simpatia alla tecnologia che fa accedere alla realtà virtuale, tema a cui è dedicato "Uscite dal mondo" e qui ripreso, perchè essa permette di scardinare i due Assoluti occidentali: il predominio dell’Io e il cosiddetto principio di "realtà".
"Grazie alla compu-teristica, noto, si giunge non soltanto a simulare la realtà, ma a ordinarla non già dal punto di vista della materia e in base al rapporto fra energia spesa e risutato ottenuto (per cui la realtà diventa esclusivamente quella che si può dedurre dalla fatica operaia) bensì in funzione della forma. Col computer è dato di proiettare le ente-lechie, di estenderle e modificarle, operando perciò da un punto di vista prossimo alle facoltà più umane dell’uomo. L’atto materiale della fatica cessa di stare al centro dell’universo. La meccanica recede nello sfondo delle discipline e l’operaio non è più al centro del quadro. Fra qualche anno avremo una prova di questa rivoluzione: spariranno in gran parte i meccanici addetti alle automobili e agli autocarri, che saranno azionati da intelligenze artificiali. La concezione mec-canicistica sarà cancellata. Si dovrà accedere a un’intelligenza formale a partire dal principio di informazione".
E ancora, prosegue l’autore, a segnalare le meraviglie della realtà virtuale: accedere a molecole ingigantite che si manovrano con le mani; produrre ambienti extrater-restri dove si riparano i missili; accedere virtualmente agli abissi oceanici; entrare nel proprio sistema arteriale e venoso; educare i chirurghi con corpi virtuali; imparare a pilotare in aerei virtuali ecc. Zolla sa che i primi e massicci usi di tale novità saranno quelli per fini bellici e sessuali ma suo intendimento è segnalare le potenzialità globali di essa.
Si farà esperienza serrata dei vari Io che contesti virtuali differenti ci susciteranno, faremo esperienza delle cause fortuite, degli elementi variabili che c’indurranno sensazioni e pensieri diversi. Scopriremo (teste dure noi occidentali che abbiamo sempre bisogno dell’aspetto materiale, oggettuale per giunger là dove altri giungono col solo pensiero?) che l’io è illusione e anche la realtà traballerà: dove sarà la differenza tra realtà ordinaria e realtà virtuale se questa saprà presentarsi ai nostri sensi con la stessa consistenza veritiera?
E’ caro a Zolla l’atteggiamento tradizionale giapponese verso il mondo, quello nascente dalla religione shinto: non lo si vuol fuggire come un buddhista, ma neanche si crede alla sua realtà come farebbe un illuminista europeo.
Il mondo è come un sogno, da avvicinare delicatamente, è una visione che solo con un atteggiamento "iki" si può godere e gustare nel dolore e nella tenerezza che ci suscita.
Mi piace di Zolla la sua capacità di guardare equamente alle vie opposte per raggiungere la liberazione: l’orientale nella mente e l’occidentale nell’oggetto. Ciascuna secondo l’indole psicologica di ciascuna. Tanto alla fine sembra inevitabile il ritrovamento.
Con distacco eppur con amore Zolla ci trasmette quella che sembra la sua certezza: anche ad Occidente come in Oriente si prospetta la fine della prigionia, "l'uscita dal mondo", la libertà spirituale.
Bibliografia:
E.Zolla "Uscite dal mondo" ed.Adelphi 1992 E.Zolla "Lo stupore infantile" ed.Adelphi 1994
Ada Cortese
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